giovedì 26 giugno 2008

Soggetto Ignoto Fischiatore

ovvero… ma perché cavolo aspetti che io mi giri per fischiarmi dietro?!
di Terako

Suggested soundtrack: Bootylicious - Destiny's Child: " Baby, can you handle this? I don't think you can handle this... 'cause my body's too bootylicious for ya Babe"

Non è che stamattina sia uscita di casa proprio al massimo del mio splendore. Intanto è già tanto che io sia riuscita a farlo. Ad uscire intendo. Jeans di quelli un po sgualciti in fondo a forza di strisciarli per terra, t-shirt nera e infradito nere. No, non lavoro in acciaieria, ma stamattina girava così. Appena un filo di mascara, giusto per far capire al prossimo che possiedo degli occhi, capello non proprio in piega perfetta, insomma uno schifo… Ma comunque ho avuto la prova che qualcuno che apprezza c’è: il muratore del cantiere qui davanti all’ufficio. Sì, e allora? “Aoooh, che bella che sei!” frase preceduta ovviamente da un fischio coi fiocchi. Diciamocelo, scoccia… ma anche un po’ no. Ti vien da pensare che vabbè, i maschi son mediamente maiali e si accoppierebbero anche coi muri se avessero le tette, però forse, invece, questo maschio è diverso, è una persona carina, sensibile e con un gran gusto e io, anche se non proprio al top, stamattina sono carina ugualmente, perché emano una luce speciale. Ma l’episodio, a parte regalarmi un’inaspettata carica di autostima, mi ha fatto riflettere su un altro aspetto della questione: ma perché diavolo gli uomini fischiano e fanno degli apprezzamenti su di te quando tu già sei passata oltre? Prima ti squadrano, ti guardano per bene e non appena tu hai girato le spalle, parte il commento. Ma via, che cos’è, codardia, cagasottismo o semplicemente è così che funziona? Dietro all’uomo che fischia e apostrofa le donne con complimenti più o meno fini, c’è un preciso modus operandi? Evidentemente sì, nel profilo dell’S.I. (soggetto ignoto) Fischiatore, ci sono tratti di paura, insicurezza e vergogna, da ricercare probabilmente in un rapporto molto freddo con la madre (una roba del tipo “volevo tanto dire alla mia mamma che le volevo bene ma non ho mai avuto il coraggio”). Allora, caro S.I., guardami in faccia quando sono davanti a te e, possibilmente in italiano corretto (ammesso che tu non sia straniero, nel qual caso la grammatica non verrà valutata!), mi dici “Buongiorno Signorina, la trovo splendida quest’oggi. Buona giornata”. Ma chi non sarebbe felice di ricevere un complimento del genere? Pensate se ogni mattina, prima di entrare in ufficio, al semaforo, in edicola o al bar, un uomo, uno qualsiasi ci facesse il piacere di dirci una cosa del genere. Secondo me aiuterebbe, ci farebbe iniziare la giornata in un altro modo… soprattutto se l’S.I. in questione è sui trenta, a torso nudo, col jeans un po’ basso di vita e possiede un fisico abbronzato e sudato “da cantiere edile a giugno inoltrato” come il tizio qui fuori.
… non che la nostra autostima e il nostro buon umore dipendano necessariamente dal giudizio di un uomo, ovvio.

“Un complimento è qualcosa di simile a un bacio attraverso un velo”
Victor Hugo

martedì 17 giugno 2008

Ficscion addicscion!

Ovvero… "varie fantasie seriali in ordine sparso".
di Terako

Suggested soundtrack: Who Are You? – The Who “Well, who are you? Who, who, who, who? I really wanna know Who are you? Who, who, who, who? Tell me, who are you? Who are you? Who, who, who, who?"

Ognuno di noi ha il suo personale “orticello” all’interno del quale coltiva le proprie fantasie romantiche, erotiche e sessuali sugli uomini. Chi si concentra sui calciatori, chi sui tronisti (!!!), chi sulle star di Hollywood. Ebbene noi abbiamo una sola, grande, inguaribile fissa ormonale: le serie tv, rigorosamente made in USA. È una mania, che arriva fino al limite di guardarle in lingua originale per cogliere quelle sfumature che nel doppiaggio in italiano inevitabilmente perdono… la qualità di queste serie è ormai altissima, dei piccoli capolavori di sceneggiatura, regia, recitazione, che, a differenza del film che ad un certo punto ti dice “the end”, vanno avanti per anni e anni, non finiscono mai e ogni episodio l'emozione ricomincia da capo.
Il sospetto di vivere un po' troppo in questo universo parallelo mi è venuto ieri, quando in una mail Sunset mi diceva: ”Mi ci vorrebbe un uomo alla Hank, alcolizzato, laido, stronzo ma anche padre affettuoso e romantico”. Hank chiiii??? Hank Moody il protagonista di Californication, aka David Duchovny aka Ag. Mulder di X-Files. Fighissimo scrittore un po’ Bukowsky un po’ Palahniuck che se ne va in giro per L.A. con la sua Porsche zozzissima senza un fanale a fare sesso con chiunque capiti ma che nel cuore ha solo la sua bambina di 12 anni e la sua ex di cui è ancora innamoratissimo.
Ma se la maggior parte delle donne fantastica su notti di sesso appassionato con Brad Pitt o George Clooney, noi ci accontentiamo di naufragare su un isola deserta ed essere accolte sul bagnasciuga da un Sawyer, aka James Ford, aka Josh Halloway col capello e le barba incolti e quel leggero strato di sudorino gloss sul viso. Oppure ci accontentiamo di una sveltina nella saletta visita parenti nel carcere di Fox River con Michael Scofield, aka Wentworth Miller, con lui che ci fissa con quegli occhi da baratro e ci dice “I want you to make a mistake!”. O ancora… ci sacrifichiamo a lavorare fino a tardi magari dovendo dividere il microscopio con Warrick Brown, aka Gary Dourdan, noto cioccolatino bonazzo che frequenta i laboratori della Scientifica di Las Vegas. Oppure immaginiamo che ci venga un'emicrania cronica e speriamo di ritrovarci sotto il bisturi del neurochirurgo Dottor Stranamore, aka Derek Shepherd, aka Patrick Dempsey e al limite.
O al limite, come ultima spiaggia, fantastichiamo di essere incellophanate sul tavolo “operatorio” di Dexter, aka Micheal C. Hall, aka David Fisher il becchino e, se proprio non si può fare sesso perché si sa lui non ama queste cose ed è “vuoto dentro”… vabbè, ci lasceremo fare a pezzi e doneremo il nostro sangue per il famigerato vetrino.

“La televisione non potrà reggere il mercato per più di sei mesi. La gente si stancherà subito di passare le serate a guardare dentro a una scatola di legno.“ Darryl F. Zanuck, ex presidente della 20th Century Fox.

giovedì 12 giugno 2008

Crisi d’astinenza…

ovvero “quando quello da cui dipendiamo smette di farci star bene e inizia a farci star male”
di Terako

Suggested soundtrack: Not an Addict – K’s Choice
“The deeper you stick it in your vein, the deeper the thoughts, there's no more pain. I'm in heaven, I'm a god I'm everywhere, I feel so hot”

Sto lottando con tutte le mie forze per vincere la mia dipendenza, ma vi giuro che è tremendamente difficile. Ho tutti i sintomi della crisi di astinenza: testa nel pallone, stanchezza, irritabilità, giramenti di testa. Sì lo so, il caffè non è la cocaina ma vi assicuro che è durissima. Il dubbio che con il caffè stessi davvero esagerando mi è venuto quando mi sono accorta che la mia bella confezione di Nescafè Redcup mi durava in ufficio meno di una settimana... senza calcolare i caffè al bar, quelli offerti dai colleghi e così via. E se in preda alla dipendenza da caffeina ho messo pure da parte la mia personalissima crociata etica contro le multinazionali, è tutto detto. Ma non ne posso fare a meno, non tanto per il gusto del caffè ma per la sensazione della caffeina che mi entra in circolo. La mattina finchè non mi “inietto” il mio primo caffè, il mio cervello sta come in un limbo, dal quale esco in scioltezza solo col primo sorso di espresso, caffè americano, lungo, corto, largo, stretto ma rigorosamente senza zucchero: una goduria infinita. Ecco da tre giorni sono in totale e assoluta astineza, ci ho dato un taglio, netto.
Sì perché, si sa, la maggior parte delle cose belle della vita fanno malissimo: il Cosmopolitan, il cibo spazzatura, il fumo… tu inizi ad “assumerle” e ti fanno stare bene ma poi ad un certo punto quello che ti faceva stare bene inzia magicamente a farti male e quindi a quel punto, sono dell’idea che certe cose o le elimini di brutto dalla tua vita o non te ne libererai mai.
Un po’ come dagli uomini sbagliati… è inutile star lì a dirci, “vabbè, solo una mail ogni tanto”, “vabbè, gli faccio uno squillo e poi basta”, “vabbè, possiamo restare amici e sentirci a Natale”. Cazzate, certi rami secchi vanno tagliati alla base o la pianta non rifiorirà mai.
Proprio come col caffè, le sigarette o lo shopping compulsivo, anche con gli uomini ci raccontiamo un sacco di balle, su di noi e su di loro. Siamo convinte che un “sorso” ogni tanto non potrà farci male, siamo certe che se dedichiamo loro solo qualche attimo non potranno impossessarsi della nostra vita, della nostra volontà e dei nostri pensieri ma mentiamo a noi stesse sapendo di mentire. In realtà ci attacchiamo all’uomo sbagliato esattamente per lo stesso motivo per cui ci attacchiamo alla sigaretta o ci mangiamo le unghie: per farci del male, per punirci... e non chiedetemi il motivo, all’Università ho dato solo due esami di psicologia, mica posso sapere tutto.
Ma una cosa la so: arriva un momento in cui la nostra autostima deve prevalere sul resto, in cui “il bene che mi voglio” dev’essere più forte del bene che voglio a lui!
... posso avere un caffè adesso?

“La gente pensa che si tratti di miseria, disperazione, morte; merdate del genere che pure non vanno ignorate. Quello che la gente dimentica è quanto sia piacevole... se no noi non lo faremo!”
Irvine Welsh - Trainspotting

venerdì 6 giugno 2008

Errare è umano… ma le amiche non sbagliano mai

suggested soundtrack:
Pure Morning - Palcebo “A friend in needs a friend indeed, a friend who'll tease is better”
di Sunset

Va bene, terako ha voluto affrontare questo argomento… l’amicizia… e io vorrei fare qualche precisazione… perché, non facciamo finta di niente, non è sempre tutto rose e fiori! Sto parlando a tutte quelle che come me ogni tanto non sanno come dire alle proprie amiche quello che hanno appena fatto o che stanno per fare… tipo chi viene a bere una birra stasera a casa mia… o la cena della scorsa settimana… sì, forse a me succede un po’ più spesso che agli altri… forse sto facendo troppe cazzate?!! Va bè, è un periodo un po’ difficile… Ma torniamo al punto… avete mai provato quella sensazione, voi raccontate una cosa e nei loro occhi leggete lo sconforto, la consapevolezza che tutti i discorsi che vi hanno fatto non sono serviti a niente… un po’ vi sentite in colpa… ma è molto peggio quello che viene dopo…i l momento in cui loro vi dicono tutto quello che mai vorreste sentirvi dire… LA VERITA’… la verità su quello che succederà, la verità su come vi sentite, la verità sul casino in cui vi siete appena messe… Dentro di voi sapete perfettamente che hanno ragione, ma il diavoletto sulla vostra spalla vi dice di andare avanti lo stesso, vi sussurra che forse questa volta si sbagliano… l’idiota è rinsavito, il vostro ex è cambiato… quella cena a casa vostra con il ragazzo molto molto carino non può finire in un solo modo… e cercate anche di convincerle... spiegando in maniera più o meno razionale i motivi che vi hanno portato a comportarvi così. E mentre sentite la vostra voce vi rendete conto che forse non ci credete nemmeno voi… ma questo non lo ammettete… in quella conversazione tutti sapete come andrà a finire… domani mattina le chiamerete in preda allo sconforto più totale… e loro ancora una volta cercheranno di consolarvi.

"Ne marche pas devant moi, je ne suivrai peut-être pas. Ne marche pas derrière moi, je ne te guiderai peut-être pas. Marche juste à côté de moi et soit mon ami" Albert Camus

giovedì 5 giugno 2008

Non siete mica tutte Cristine Aguilere!

ovvero "se mai riceverete la mia ecografia sul cellulare, siete autorizzate a insultarmi!"
di Terako

suggested soundtrack:
Massive Attack -
Teardrop
"Love, love is a verb, love is a doing word, fearless on my breath..."


Secondo voi per quale motivo le donne che come noi sono sul baratro dei 35, quando rimangono incinte diventano tutte idiote? Sarà perché ormai avevamo perso ogni speranza, sarà perché finalmente in questo modo acquistiamo una parvenza di normalità e "adultezza" o sarà che, mi duole dirlo, perchè alcune di noi sono veramente idiote di base? Vi sembra normale arredare una cameretta dopo il primo test di gravidanza, magari alla 5° settimana? Vi sembra normale mettersi a ricamare bavaglini a punto croce al primo mese o mandare a parenti e amici l’ecografia del nascituro sul cellulare? E soprattutto, vi sembra normale comportarsi come se si avesse una paresi, con quella mano sulla pancia anche se la pancia non c'è ancora? Insomma, le donne fan figli da che mondo è mondo, mi spiegate perché adesso ce la dobbiamo tirare tanto nonappena rimanicamo incinte? E ancora ... ste pance enormi non necessariamente sono così meravigliose da vedere, non siamo mica tutte come Cristina Aguilera sulla copertina di Marie Claire... Ma l'aspetto più fastidioso della questione è che se a 35 non hai ancora prole al seguito, la maggior parte delle tue coetanee ti tratteranno inevitabilmente in uno dei seguenti modi:

1. Sguardo tristemente compassionevole di chi ha tutto mentre voi stupide ed eterne ragazzine non avete capito niente della vita… poverevoi, non sapete cosa vi perdete… senza figli una donna non è niente.
2. Sguardo terrorizzato di chi cerca in ogni modo di evitare l’argomento e anzi, se può, nasconde il pancione ed evita di nominare anche solo la parola FIGLIO perché povere voi, se a questa età ancora non ne avete uno, evidentemente non potete averne o, peggio ancora, siete single.

Ecco, a tutte queste "amiche" vorrei proprio dire una volta per tutte cosa sento nel profondo del mio cuore. Innanzitutto la non fondata certezza del perché ancora a 35 anni ci troviamo senza figli dovrebbe suggerirvi se non altro un briciolo di prudenza prima di assumere uno qualsiasi dei sopra citati atteggiamenti… Ma soprattutto vorrei dire: godetevi i vostri meravigliosi pancioni care mammine perché finchè son lì dentro va tutto bene, ma quando i mostriciattoli saranno usciti, voi sarete grasse e sfatte, incasinate, stanche morte e con ore di sonno arretrato, i vostri mariti vi guarderanno appena e vivrete lunghe giornate in cui oltre a un esserino stupendo di poche settimane che fa solo “gu guuuuu...” la vostra unica compagnia saranno i pannolini pieni di cacca e quel finocchio di Winnie the Phoo. … mentre noi, poveracce che abbiamo deciso di non avere figli, che ancora non ne abbiamo o forse per diversi motivi non possiamo averne, disperate saremo insieme, da qualche parte in giro per la città, nel sole primaverile, a leggere l’ultimo libro di Chuck Palahniuck e a gustarci il nostro Cosmo per l’aperitivo.

"Di solito la madre, più che amare il figlio, si ama nel figlio" Friedrich Nietzsche