giovedì 18 dicembre 2008

L’ASSIOMA DI DUCHARME

Ovvero….gli uomini non sono tutti stronzi ma sono io che scelgo solo quelli così…
di Sunset


Lui è molto carino, dolcissimo, pieno di attenzioni….e io sono distratta, un po’ insofferente…lui non chiama, se chiama è per dirmi che deve rimandare il nostro appuntamento e io sono lì che pendo dalle sue labbra……ma cosa succede???
Continuo a ripensare alle caratteristiche maschili che mi attraggono, agli ultimi ragazzi con cui sono uscita e improvvisamente mi accorgo che sto sbagliando tutto…mi lamento con le amiche per come si comportano, perché le mie storie non funzionano…e faccio finta di non vedere che proprio quello che mi attrae in quegli uomini è il fatto che sono così sfuggenti, così presi da se stessi…un totale controsenso…mi lamento che sono impegnati tutte le sere e poi se non hanno mille interessi e duemila amici li trovo noiosi…ho chiuso con il mio ex-fidanzato (già, vero, lui dice che mi ha lasciata lui e va bene così) e poi mi ritrovo ad uscire con uomini che sembrano la sua identica fotocopia…C’è un uomo nel destino di ognuna di noi clonato in tanti piccoli esemplari e noi non possiamo farci niente? O siamo noi a scegliere, nel pieno possesso delle nostre facoltà mentali?
Cerchiamo il principe azzurro, la favola, l’uomo perfetto e poi perdiamo la testa per l’idiota che non ha una sola caratteristica dell’uomo dei nostri sogni…eppure è lui quello che ci fa girare la testa, che ci fa chiudere lo stomaco al solo pensiero di vederlo…come scegliamo gli uomini con cui uscire? A volte basta una frase, altre volte uno sguardo…e noi, che fino a 10 minuti prima abbiamo pensato di essere razionali e mediamente intelligenti, con dei principi, con le idee chiare su cosa vogliamo e soprattutto su cosa non vogliamo…proprio noi, lo stiamo guardando con occhi sognanti e non pensiamo ad altro che a un modo per rivederlo. E intanto sentiamo un ronzio….non proviene dal nostro cervello….proviene dall’esterno…ops, è la nostra migliore amica che sta dicendo qualcosa…cosa? “Ah, sì, hai ragione” diciamo noi…lei ci sta provando a non farci commettere l'ennesimo errore. La nostra amica è il perfetto profiler di Criminal Minds e sta delineando il profilo del SI in maniera impeccabile: è come tutti gli altri, è pieno di sé, lo capirebbe anche un bambino che non è affidabile….Ma noi gli stiamo già dando il nostro numero di telefono……

Se osservi abbastanza attentamente il tuo problema, ti accorgerai di essere parte del problema. A.Bloch

venerdì 5 dicembre 2008

Dalla A alla Z con un sms

Ovvero…cronologia di una storia nella nuova era della tecnologia
di Sunset

Tutto ebbe inizio con un sms. Ormai TUTTO ha inizio con un sms. Sì, con quei famosi 160 caratteri spazi inclusi. Con faccine, abbreviazioni, valanghe di punti esclamativi,…tutto ha il suo inizio (e purtroppo anche la sua fine) lì…L’unica alternativa possibile è che prima dell’sms ci sia la richiesta d’amicizia su facebook e un paio di messaggi sempre su facebook…ma giusto per arrivare allo scambio del numero di cellulare…ma non divaghiamo, affronteremo il tema di facebook in un altro momento.

Il primo sms è sempre una cosa di questo tipo “Ti ringrazio per la bellissima serata…”
Non ti illudere, non chiamare tutte le tue amiche per dirgli che ti ha scritto, che ti ha notata alla festa…quel msg è salvato nei modelli in tutti i cellulari in dotazione al genere maschile…e quei maledetti puntini di sospensione saranno la tua rovina.
Rispondo? Non rispondo? Cosa rispondo? Non importa, potresti anche solo rispondere “ciao” ma la macchina è partita…giorni e giorni di msg...lui è diverso, così premuroso – risponde subito -, così carino – i suoi msg sono molto gentili – 10, 15, 20 msg in una giornata…
E così si arriva al primo appuntamento…in genere, per non sbilanciarsi….è un “ci prendiamo un caffè insieme? un aperitivo?”
secondo appuntamento…e tra i vari appuntamenti lui è sempre lì, presente con i suoi messaggi. Con il “buongiorno!!!” al mattino, la “buonanotte” alla sera e in mezzo un sacco di cazzate, sì di cazzate e ben presto te ne accorgerai…ma in quel momento ti fanno stare tanto bene…ad ogni bip del telefono ti agiti all’idea che sta pensando a te…il finale scontato a letto è solo questione di tempo…forse un msg il mattino dopo…
Può essere che questa fase continui per qualche giorno ma ben presto si arriva ALLA SECONDA FASE…quella in cui i msg si diradano un po’…in genere arrivano alle tre del mattino per sapere se può passare da te…tu scrivi e lui, improvvisamente, non è più così sollecito nel rispondere…era in riunione, era a cena con i colleghi, stava giocando a poker con gli amici, stava già dormendo, non ha sentito il telefono…al martedì sera già ti comunica che nel weekend sarà impegnato…improvvisamente il tuo telefono è…MORTO…nessun bip, nessun segnale di vita, nessun msg…e i suoi msg sono improvvisamente sostituiti da quelli con le tue amiche “ma ti ha scritto?” “non gli scrivere assolutamente”…lui ti piace veramente ma così non funziona, stai troppo male…e ARRIVIAMO ALLA FASE FINALE…fase che presuppone almeno due ore di telefonate per produrre IL FAMOSO MESSAGGIO, quello che neanche un copy di un’importante agenzia di pubblicità saprebbe fare di meglio….quello finale, d’effetto, semplice e conciso, che lo scuota, che possibilmente lo faccia sentire una merda…ma che lasci una porta aperta…una mia amica in uno slancio di creatività gli ha scritto “non sono un numero verde”…fantastica!!!
Non perdete tempo…perché lui risponderà con uno dei messaggi da modello sempre in dotazione sul suo cellulare “non voglio farti soffrire…non riesco a darti di più…mi spiace è colpa mia”…Certo che è colpa tua!!! No, anzi, è colpa mia…tagliatemi le mani se scriverò ancora un sms!!!

Christine: You will end up childless and alone.
Will: Well, fingers crossed, yeah.
da ABOUT A BOY

martedì 2 dicembre 2008

We are back!

Ovvero… è ora di ricominciare a scrivere sul nostro blog

Stamattina. Ore 10. io e Terako su mns. E Terako mi scrive “ma perché non riesci a non metterti nei. guai”. Ha ragione, non posso obiettare in nessun modo. Ma adesso andiamo con ordine. Abbiamo smesso di scrivere perché io avevo combinato un casino con uno dei post… e lei è stata molto comprensiva… anche stamattina è stata molto comprensiva… E vorrei ricominciare proprio parlando di lei e dando il grande annuncio….TERAKO E’ INCINTA… Il periodo più brutto è passato e adesso siamo tutte in trepidante attesa… anche perché lei e suo marito hanno deciso di non voler sapere se è un maschietto o una femminuccia… quindi siamo tutte qui a scommettere, a commentare la forma della pancia e ad applicare le teorie delle nostre nonne... Niente mano sulla pancia, niente ecografie sul telefonino… lei è la solita di sempre, solo con un po’ più di pancia e senza cosmo in mano… Questo ovviamente darà anche una grande svolta al nostro blog… perché ci saranno due punti di vista un po’ diversi… da una parte terako, alle prese con gravidanza e bebè… e dall’altra io, con la mia vita da single incasinata… la cosa bella è che nonostante le nostre vite siano un po’ diverse continuiamo le nostre cene del venerdì, le nostre telefonate lunghissime e i nostri dialoghi su mns…io le racconto la mia ultima cazzata, il mio ultimo casino e lei mi racconta che ha una fame tremenda ma la ginecologa l’ha cazziata… abbiamo tantissime cose da dirvi...

lunedì 7 luglio 2008

Sunset non ce la fa più

ovvero: "se non stacco vado al manicomio"
di Terako

Suggested Soundtrack:
I Need - Meredith Brooks:
"
I need a best friend... the right to be silent, and then to be heard, a week on an island... cool friends, weekends, and someone to die for"

Sunset è esausta, non ce la fa più. L'ultimo anno è stato davvero duro, estenuante.
Il lavoro non le ha dato tregua: ha comunicato tutto il comunicabile, organizzato tutto l'organizzabile, inaugurato tutto l'inaugurabile, brieffato chiunque, cazziato chiunque e preso cazziatoni da chiunque, giorno, notte e weekend compresi.
Gli uomini non le danno tregua: le storie vecchie non si chiudono e quelle nuove non si aprono. Lei ci mette del suo a ficcarsi nei pasticci ma comunque loro la tormentano.
Anche le amiche di Sunset no le danno tregua: mollano, tradiscono, si ingravidano, si incazzano, si deprimono. Lei poverina è ricettacolo di tutte ste sfige che la circondano perchè, non si è mai capito per quale motivo, tutte quante andiamo a raccontare qualsiasi cosa a lei! E lei ascolta, è bravissima in questo, indefessa e concentrata, non propone soluzioni, non giudica, ma ascolta, ascolta, ascolta, fuma, ti guarda e ascolta e alla fine, ascolta oggi ascolta domani, forse un pochino si è rotta le palle e ha bisogno di staccare anche da questo.
Sunset se n'è andata al mare, per una settimana intera, per staccare, per scollegare il cervello dalla sua vita. Ci è andata insieme ad una frequentatrice affezionata delle cene del venerdì: la "terza metà della cena del venerdì", se solo una cosa potesse avere tre metà... è andata al mare con lei per staccare dalla sua vita e dagli uomini, per non pensarci per un po', ma si è portata dietro il Pc e i suoi due cellulari, quello del lavoro (per le storie nuove ancora chiuse) e quello privato (per le storie vecchie ancora aperte)...
Terako le raggiungerà nel weekend, giusto per assicurarsi che nel frattempo non si siano fatte fuori a vicenda perchè, si sa, gli opposti si attraggono ma due opposti più opposti di loro non si sono mai visti in vacanza insieme per una settimana... Una "programmatrice puntigliosa" e l'altra "cazzara improvvisatrice", una "pessimista cosmica", l'altra "ottimista anche davanti a risultati catastrofici"... Per il momento mi sfottono dal bagnasciuga con sms sarcastici del tipo "qui è una faticaccia: e spalma la crema, e gira le pagine del libro, e scegli la spiaggia..."
Sembra che si stiano rilassando ma temo che Sunset non riuscirà a staccare nemmeno questa volta... sapete, l'ultima volta che è partita per staccare la bolletta del suo cellulare è arrivata alla cifra record di 500 euro!

giovedì 26 giugno 2008

Soggetto Ignoto Fischiatore

ovvero… ma perché cavolo aspetti che io mi giri per fischiarmi dietro?!
di Terako

Suggested soundtrack: Bootylicious - Destiny's Child: " Baby, can you handle this? I don't think you can handle this... 'cause my body's too bootylicious for ya Babe"

Non è che stamattina sia uscita di casa proprio al massimo del mio splendore. Intanto è già tanto che io sia riuscita a farlo. Ad uscire intendo. Jeans di quelli un po sgualciti in fondo a forza di strisciarli per terra, t-shirt nera e infradito nere. No, non lavoro in acciaieria, ma stamattina girava così. Appena un filo di mascara, giusto per far capire al prossimo che possiedo degli occhi, capello non proprio in piega perfetta, insomma uno schifo… Ma comunque ho avuto la prova che qualcuno che apprezza c’è: il muratore del cantiere qui davanti all’ufficio. Sì, e allora? “Aoooh, che bella che sei!” frase preceduta ovviamente da un fischio coi fiocchi. Diciamocelo, scoccia… ma anche un po’ no. Ti vien da pensare che vabbè, i maschi son mediamente maiali e si accoppierebbero anche coi muri se avessero le tette, però forse, invece, questo maschio è diverso, è una persona carina, sensibile e con un gran gusto e io, anche se non proprio al top, stamattina sono carina ugualmente, perché emano una luce speciale. Ma l’episodio, a parte regalarmi un’inaspettata carica di autostima, mi ha fatto riflettere su un altro aspetto della questione: ma perché diavolo gli uomini fischiano e fanno degli apprezzamenti su di te quando tu già sei passata oltre? Prima ti squadrano, ti guardano per bene e non appena tu hai girato le spalle, parte il commento. Ma via, che cos’è, codardia, cagasottismo o semplicemente è così che funziona? Dietro all’uomo che fischia e apostrofa le donne con complimenti più o meno fini, c’è un preciso modus operandi? Evidentemente sì, nel profilo dell’S.I. (soggetto ignoto) Fischiatore, ci sono tratti di paura, insicurezza e vergogna, da ricercare probabilmente in un rapporto molto freddo con la madre (una roba del tipo “volevo tanto dire alla mia mamma che le volevo bene ma non ho mai avuto il coraggio”). Allora, caro S.I., guardami in faccia quando sono davanti a te e, possibilmente in italiano corretto (ammesso che tu non sia straniero, nel qual caso la grammatica non verrà valutata!), mi dici “Buongiorno Signorina, la trovo splendida quest’oggi. Buona giornata”. Ma chi non sarebbe felice di ricevere un complimento del genere? Pensate se ogni mattina, prima di entrare in ufficio, al semaforo, in edicola o al bar, un uomo, uno qualsiasi ci facesse il piacere di dirci una cosa del genere. Secondo me aiuterebbe, ci farebbe iniziare la giornata in un altro modo… soprattutto se l’S.I. in questione è sui trenta, a torso nudo, col jeans un po’ basso di vita e possiede un fisico abbronzato e sudato “da cantiere edile a giugno inoltrato” come il tizio qui fuori.
… non che la nostra autostima e il nostro buon umore dipendano necessariamente dal giudizio di un uomo, ovvio.

“Un complimento è qualcosa di simile a un bacio attraverso un velo”
Victor Hugo

martedì 17 giugno 2008

Ficscion addicscion!

Ovvero… "varie fantasie seriali in ordine sparso".
di Terako

Suggested soundtrack: Who Are You? – The Who “Well, who are you? Who, who, who, who? I really wanna know Who are you? Who, who, who, who? Tell me, who are you? Who are you? Who, who, who, who?"

Ognuno di noi ha il suo personale “orticello” all’interno del quale coltiva le proprie fantasie romantiche, erotiche e sessuali sugli uomini. Chi si concentra sui calciatori, chi sui tronisti (!!!), chi sulle star di Hollywood. Ebbene noi abbiamo una sola, grande, inguaribile fissa ormonale: le serie tv, rigorosamente made in USA. È una mania, che arriva fino al limite di guardarle in lingua originale per cogliere quelle sfumature che nel doppiaggio in italiano inevitabilmente perdono… la qualità di queste serie è ormai altissima, dei piccoli capolavori di sceneggiatura, regia, recitazione, che, a differenza del film che ad un certo punto ti dice “the end”, vanno avanti per anni e anni, non finiscono mai e ogni episodio l'emozione ricomincia da capo.
Il sospetto di vivere un po' troppo in questo universo parallelo mi è venuto ieri, quando in una mail Sunset mi diceva: ”Mi ci vorrebbe un uomo alla Hank, alcolizzato, laido, stronzo ma anche padre affettuoso e romantico”. Hank chiiii??? Hank Moody il protagonista di Californication, aka David Duchovny aka Ag. Mulder di X-Files. Fighissimo scrittore un po’ Bukowsky un po’ Palahniuck che se ne va in giro per L.A. con la sua Porsche zozzissima senza un fanale a fare sesso con chiunque capiti ma che nel cuore ha solo la sua bambina di 12 anni e la sua ex di cui è ancora innamoratissimo.
Ma se la maggior parte delle donne fantastica su notti di sesso appassionato con Brad Pitt o George Clooney, noi ci accontentiamo di naufragare su un isola deserta ed essere accolte sul bagnasciuga da un Sawyer, aka James Ford, aka Josh Halloway col capello e le barba incolti e quel leggero strato di sudorino gloss sul viso. Oppure ci accontentiamo di una sveltina nella saletta visita parenti nel carcere di Fox River con Michael Scofield, aka Wentworth Miller, con lui che ci fissa con quegli occhi da baratro e ci dice “I want you to make a mistake!”. O ancora… ci sacrifichiamo a lavorare fino a tardi magari dovendo dividere il microscopio con Warrick Brown, aka Gary Dourdan, noto cioccolatino bonazzo che frequenta i laboratori della Scientifica di Las Vegas. Oppure immaginiamo che ci venga un'emicrania cronica e speriamo di ritrovarci sotto il bisturi del neurochirurgo Dottor Stranamore, aka Derek Shepherd, aka Patrick Dempsey e al limite.
O al limite, come ultima spiaggia, fantastichiamo di essere incellophanate sul tavolo “operatorio” di Dexter, aka Micheal C. Hall, aka David Fisher il becchino e, se proprio non si può fare sesso perché si sa lui non ama queste cose ed è “vuoto dentro”… vabbè, ci lasceremo fare a pezzi e doneremo il nostro sangue per il famigerato vetrino.

“La televisione non potrà reggere il mercato per più di sei mesi. La gente si stancherà subito di passare le serate a guardare dentro a una scatola di legno.“ Darryl F. Zanuck, ex presidente della 20th Century Fox.

giovedì 12 giugno 2008

Crisi d’astinenza…

ovvero “quando quello da cui dipendiamo smette di farci star bene e inizia a farci star male”
di Terako

Suggested soundtrack: Not an Addict – K’s Choice
“The deeper you stick it in your vein, the deeper the thoughts, there's no more pain. I'm in heaven, I'm a god I'm everywhere, I feel so hot”

Sto lottando con tutte le mie forze per vincere la mia dipendenza, ma vi giuro che è tremendamente difficile. Ho tutti i sintomi della crisi di astinenza: testa nel pallone, stanchezza, irritabilità, giramenti di testa. Sì lo so, il caffè non è la cocaina ma vi assicuro che è durissima. Il dubbio che con il caffè stessi davvero esagerando mi è venuto quando mi sono accorta che la mia bella confezione di Nescafè Redcup mi durava in ufficio meno di una settimana... senza calcolare i caffè al bar, quelli offerti dai colleghi e così via. E se in preda alla dipendenza da caffeina ho messo pure da parte la mia personalissima crociata etica contro le multinazionali, è tutto detto. Ma non ne posso fare a meno, non tanto per il gusto del caffè ma per la sensazione della caffeina che mi entra in circolo. La mattina finchè non mi “inietto” il mio primo caffè, il mio cervello sta come in un limbo, dal quale esco in scioltezza solo col primo sorso di espresso, caffè americano, lungo, corto, largo, stretto ma rigorosamente senza zucchero: una goduria infinita. Ecco da tre giorni sono in totale e assoluta astineza, ci ho dato un taglio, netto.
Sì perché, si sa, la maggior parte delle cose belle della vita fanno malissimo: il Cosmopolitan, il cibo spazzatura, il fumo… tu inizi ad “assumerle” e ti fanno stare bene ma poi ad un certo punto quello che ti faceva stare bene inzia magicamente a farti male e quindi a quel punto, sono dell’idea che certe cose o le elimini di brutto dalla tua vita o non te ne libererai mai.
Un po’ come dagli uomini sbagliati… è inutile star lì a dirci, “vabbè, solo una mail ogni tanto”, “vabbè, gli faccio uno squillo e poi basta”, “vabbè, possiamo restare amici e sentirci a Natale”. Cazzate, certi rami secchi vanno tagliati alla base o la pianta non rifiorirà mai.
Proprio come col caffè, le sigarette o lo shopping compulsivo, anche con gli uomini ci raccontiamo un sacco di balle, su di noi e su di loro. Siamo convinte che un “sorso” ogni tanto non potrà farci male, siamo certe che se dedichiamo loro solo qualche attimo non potranno impossessarsi della nostra vita, della nostra volontà e dei nostri pensieri ma mentiamo a noi stesse sapendo di mentire. In realtà ci attacchiamo all’uomo sbagliato esattamente per lo stesso motivo per cui ci attacchiamo alla sigaretta o ci mangiamo le unghie: per farci del male, per punirci... e non chiedetemi il motivo, all’Università ho dato solo due esami di psicologia, mica posso sapere tutto.
Ma una cosa la so: arriva un momento in cui la nostra autostima deve prevalere sul resto, in cui “il bene che mi voglio” dev’essere più forte del bene che voglio a lui!
... posso avere un caffè adesso?

“La gente pensa che si tratti di miseria, disperazione, morte; merdate del genere che pure non vanno ignorate. Quello che la gente dimentica è quanto sia piacevole... se no noi non lo faremo!”
Irvine Welsh - Trainspotting

venerdì 6 giugno 2008

Errare è umano… ma le amiche non sbagliano mai

suggested soundtrack:
Pure Morning - Palcebo “A friend in needs a friend indeed, a friend who'll tease is better”
di Sunset

Va bene, terako ha voluto affrontare questo argomento… l’amicizia… e io vorrei fare qualche precisazione… perché, non facciamo finta di niente, non è sempre tutto rose e fiori! Sto parlando a tutte quelle che come me ogni tanto non sanno come dire alle proprie amiche quello che hanno appena fatto o che stanno per fare… tipo chi viene a bere una birra stasera a casa mia… o la cena della scorsa settimana… sì, forse a me succede un po’ più spesso che agli altri… forse sto facendo troppe cazzate?!! Va bè, è un periodo un po’ difficile… Ma torniamo al punto… avete mai provato quella sensazione, voi raccontate una cosa e nei loro occhi leggete lo sconforto, la consapevolezza che tutti i discorsi che vi hanno fatto non sono serviti a niente… un po’ vi sentite in colpa… ma è molto peggio quello che viene dopo…i l momento in cui loro vi dicono tutto quello che mai vorreste sentirvi dire… LA VERITA’… la verità su quello che succederà, la verità su come vi sentite, la verità sul casino in cui vi siete appena messe… Dentro di voi sapete perfettamente che hanno ragione, ma il diavoletto sulla vostra spalla vi dice di andare avanti lo stesso, vi sussurra che forse questa volta si sbagliano… l’idiota è rinsavito, il vostro ex è cambiato… quella cena a casa vostra con il ragazzo molto molto carino non può finire in un solo modo… e cercate anche di convincerle... spiegando in maniera più o meno razionale i motivi che vi hanno portato a comportarvi così. E mentre sentite la vostra voce vi rendete conto che forse non ci credete nemmeno voi… ma questo non lo ammettete… in quella conversazione tutti sapete come andrà a finire… domani mattina le chiamerete in preda allo sconforto più totale… e loro ancora una volta cercheranno di consolarvi.

"Ne marche pas devant moi, je ne suivrai peut-être pas. Ne marche pas derrière moi, je ne te guiderai peut-être pas. Marche juste à côté de moi et soit mon ami" Albert Camus

giovedì 5 giugno 2008

Non siete mica tutte Cristine Aguilere!

ovvero "se mai riceverete la mia ecografia sul cellulare, siete autorizzate a insultarmi!"
di Terako

suggested soundtrack:
Massive Attack -
Teardrop
"Love, love is a verb, love is a doing word, fearless on my breath..."


Secondo voi per quale motivo le donne che come noi sono sul baratro dei 35, quando rimangono incinte diventano tutte idiote? Sarà perché ormai avevamo perso ogni speranza, sarà perché finalmente in questo modo acquistiamo una parvenza di normalità e "adultezza" o sarà che, mi duole dirlo, perchè alcune di noi sono veramente idiote di base? Vi sembra normale arredare una cameretta dopo il primo test di gravidanza, magari alla 5° settimana? Vi sembra normale mettersi a ricamare bavaglini a punto croce al primo mese o mandare a parenti e amici l’ecografia del nascituro sul cellulare? E soprattutto, vi sembra normale comportarsi come se si avesse una paresi, con quella mano sulla pancia anche se la pancia non c'è ancora? Insomma, le donne fan figli da che mondo è mondo, mi spiegate perché adesso ce la dobbiamo tirare tanto nonappena rimanicamo incinte? E ancora ... ste pance enormi non necessariamente sono così meravigliose da vedere, non siamo mica tutte come Cristina Aguilera sulla copertina di Marie Claire... Ma l'aspetto più fastidioso della questione è che se a 35 non hai ancora prole al seguito, la maggior parte delle tue coetanee ti tratteranno inevitabilmente in uno dei seguenti modi:

1. Sguardo tristemente compassionevole di chi ha tutto mentre voi stupide ed eterne ragazzine non avete capito niente della vita… poverevoi, non sapete cosa vi perdete… senza figli una donna non è niente.
2. Sguardo terrorizzato di chi cerca in ogni modo di evitare l’argomento e anzi, se può, nasconde il pancione ed evita di nominare anche solo la parola FIGLIO perché povere voi, se a questa età ancora non ne avete uno, evidentemente non potete averne o, peggio ancora, siete single.

Ecco, a tutte queste "amiche" vorrei proprio dire una volta per tutte cosa sento nel profondo del mio cuore. Innanzitutto la non fondata certezza del perché ancora a 35 anni ci troviamo senza figli dovrebbe suggerirvi se non altro un briciolo di prudenza prima di assumere uno qualsiasi dei sopra citati atteggiamenti… Ma soprattutto vorrei dire: godetevi i vostri meravigliosi pancioni care mammine perché finchè son lì dentro va tutto bene, ma quando i mostriciattoli saranno usciti, voi sarete grasse e sfatte, incasinate, stanche morte e con ore di sonno arretrato, i vostri mariti vi guarderanno appena e vivrete lunghe giornate in cui oltre a un esserino stupendo di poche settimane che fa solo “gu guuuuu...” la vostra unica compagnia saranno i pannolini pieni di cacca e quel finocchio di Winnie the Phoo. … mentre noi, poveracce che abbiamo deciso di non avere figli, che ancora non ne abbiamo o forse per diversi motivi non possiamo averne, disperate saremo insieme, da qualche parte in giro per la città, nel sole primaverile, a leggere l’ultimo libro di Chuck Palahniuck e a gustarci il nostro Cosmo per l’aperitivo.

"Di solito la madre, più che amare il figlio, si ama nel figlio" Friedrich Nietzsche

venerdì 30 maggio 2008

Carrie Bredshaw: one uf us!

ovvero… uomini, guardate Sex & The City: lì dentro c'è tutto!
di Terako

Suggested Soundtrack:
Beatles - With a Little help From My Friend
"What di I do when my love is away? How di I feel by the end of th day? No, I get by with a little help from my friends..."

Io sono sicura, strasicura, certa, che stasera al cinema sarà il delirio. Certo perché esce il film ispirato alla serie culto che noi ragazze abbiamo tanto amato: Sex & The City.
Gruppi di donne taccate e stivalate che si divideranno tra aperitivo e film al primo/secondo spettacolo, ovviamente e rigorosamente solo ragazze, niente meriti, fidanzati o amici vari.
Ma a parte il lato glamour e il lato “sex” della faccenda (che comunque non mancheremo di commentare!), mi vorrei soffermare per un breve istante su quello che veramente per me è il plus della serie (e spero anche del film!).
Queste 4 sciagurate sono soprattutto e prima di qualsiasi altra cosa grandi amiche. Di quelle che ci sono sempre, di quelle che sanno sempre cosa dire in ogni momento per farti stare meglio, di quelle che sanno quando tacere e che se ogni tanto parlano troppo e a sproposito lo fanno sempre e comunque per il tuo bene. Di quelle a cui puoi veramente raccontare di tutto, con le quali puoi parlare di tutto senza mai la minima vergogna, di quelle che ti hanno visto al peggio e al meglio di te stessa, ubriaca, sfatta, felice, raggiante, devastata, in lacrime, soddisfatta, euforica. Insomma, di quelle che cascasse il mondo, per te ci sono. Sempre.
Quei 4 perdonaggi non sono una metafora, non sono un’allegoria: quelle 4 sono vere, autentiche e la forza della serie sta proprio in questo.
Tempo fa mi è accaduto di rivedere un vecchio episodio, quello in cui Miranda cazzia tremendamente Carrie perché per l’ennesima volta ci riprova con quello stronzo di Mr. Big. Lei sa che la sua amica starà malissimo, soffrirà per l’ennesima volta e la copre di insulti perché vorrebbe evitarle l’ennesima sofferenza. Carrie si infuria e litigano, stanno senza parlarsi per circa due ore... Non più di una settimana prima io e Sunset abbiamo messo in scena esattamente lo stesso dramma, e quando l’ho rivisto in tv è stato un flash!
Cari uomini, l’amicizia tra donne è proprio come si vede in Sex & The City, proprio così, identica. L’unione che c’è tra amiche vere è qualcosa di incomprensibile per molti di voi (per la maggior parte degli uomini purtroppo). Lo so, spesso vi pare impossibile e idiota che dopo aver passato una serata insieme, noi riusciamo a passare un’altra ora al telefono, ognuna dalla propria auto, tornando a casa. Lo so, vi pare impossibile la nostra capacità di rimanere sempre così concentrate sui problemi delle nostre amiche e vi sembra stupido che abbiamo sempre e comunque qualcosa che loro devono assolutamente sapere, anche alle 11 di sera. Ma che ci volete fare, loro sono la nostra costante: i fidanzati ci mollano, i lavori ci stufano, i governi cambiano, le mode passano, ma loro, le amiche, sono sempre lì con i piedi ben piantati a terra, pronte ad acchiapparci quando inciampiamo.
Le amiche che dopo i 30 hanno un rapporto così stretto sono spesso additate come ragazzine, bambine viziate e infantili. Io non lo considero un difetto, anzi… penso che riuscire a mantenere la stessa innocenza, la stessa complicità e lo stesso entusiasmo di un’amicizia nata a 14 anni tra i banchi di scuola sia… semplicemente la più grande delle fortune.

"Il massimo che posso fare per un amico è di essere semplicemente suo amico. Non ho ricchezza da donargli. Se lui sa che sono felice nel volergli bene, non vorrà altra ricompensa. Non è divina in ciò l'amicizia?" Thoreau

venerdì 23 maggio 2008

Dai Piccola…

ovvero… diversi punti di vista sullo stesso dopocena.
di Terako

Suggested soundtrack: Missy Elliot Work it
"Is it worth it, let me work it... if you got a big [...], let me search it to find out how hard I gotta work it..."

… e poi capita che eccezionalmente la cena del venerdì si svolga alla presenza di due uomini, due amici, carissimi, di quelli con cui puoi parlare davvero di tutto. E chissà come mai anche con loro gira e rigira si arriva a parlare di sesso… davanti a una pizza e una Moretti (diverse Moretti a dire il vero!). È sempre stupefacente come siano diametralmente opposti i pensieri di uomini e donne su questioni sentimentali/sessuali ma nel corso di questa cena abbiamo deciso di fare un esperimento: immaginare una situazione e dire chiaramente all’altra parte del tavolo, senza tabù e senza finzioni, quali sono i diversi punti di vista. Certo la versione maschile della scena è difficile da rendere omettendo lo sproloquio e i termini osceni, mentre quello femminile, vista la proverbiale ricercatezza del nostro linguaggio e lo stile che ci contraddistingue è assoluamente fedele all’originale. La scena è questa: lui e lei, dopocena in auto, primo appuntamento o magari secondo o anche terzo ma comunque… si va al sodo.
Versione maschile:
sì, vabbè, adesso tappati sta bocca e datti da fare… anzi tappati la bocca dandoti da fare… Ti ho portata a cena e ho pure pagato io, quindi adesso datti una mossa che non vedo l’ora di scaricarti a casa. Lo sapevo, dovevo provarci con la sua amica, ha le tette più grosse e di sicuro è molto più porca…
Versione femminile:
vabbè, facciamo sta cosa, dai. Mi sono sorbita sta cena/incubo in quel posto orrendo, ho pure dovuto ringraziare perché ha pagato lui e avrà speso sì e no 20 euro a testa. E adesso che meraviglia… in macchina! Vabbè, leviamoci il pensiero: tra tipo 30 secondi lui sarà venuto e io finalmente potrò… andare. Ma se l’intimo è degno della camicia che si è messo e del suo QI giuro che scappo! Piccola. Mi ha spinto la testa in basso e mi ha chiamato Piccola: giuro che sto per scoppiare a ridere.

Quindi ragazze, quando noi ci sforziamo di capire cosa stanno pensando, perdiamo il sonno per indovinare i loro pensieri su di noi e sul futuro della nostra relazione… tranquille: è molto più semplice di quel che sembra. Quello che stanno pensando è semplicemente: “Dai, Piccola, datti da fare”. Sì, esattamente nello stesso istante in cui noi stiamo pensando “E togli sta mano che ho fatto la piega oggi!”

"Nulla si conosce interamente finché non vi si è girato tutt'attorno per arrivare al medesimo punto provenendo dalla parte opposta." -
Schopenhauer

giovedì 22 maggio 2008

"Tu sei pericolosa"

ovvero "glossario base del genere maschile"
di Sunset


Come ogni diario del liceo, anche questo passa di mano in mano e ognuno lascia un suo commento, scrive quello che gli è successo… E così eccomi di nuovo qui a riportare un racconto, una mail che mi è arrivata stamattina da un’amica… un’amica che mi conosce bene e che sa che quella frase è diventata il mio vero e proprio incubo. E da questa frase, idiota come tante altre che ci sentiamo ripetere da quando avevamo circa 14 anni, da quando per la prima volta abbiamo messo gli occhi su uno carino, parte la nostra riflessione. Potremmo scrivere elenchi su elenchi di “tu sei speciale, ma io non me la sento”; “scusa, ma sono ancora ferito dalla mia storia precedente”, “so che me ne pentirò ma in questo momento non possiamo stare insieme”; “mi sto troppo affezionando, ho paura di star male”, “non è colpa tua, è colpa mia” “ti voglio troppo bene, non posso farti questo”… perché non possono semplicemente dire “non mi interessi” o “volevo solo portarti a letto”? perché si ostinano a voler trovare spiegazioni idiote e secondo loro assolutamente poetiche al loro continuo sparire? E poi ci sono le farsi DI CORTESIA… quelle che usano per portarti a letto… un semplice “sono attratto da te” sarebbe troppo facile e allora eccoli lì con “non ho mai conosciuto una come te”, “l’apparenza con te inganna…", "sei molto più dolce di quanto si possa immaginare”. Ognuna di noi prima o poi ci è passata… a volte mi chiedo se alle elementari, mentre noi scrivevamo 50 volte devo stare in silenzio quando parla la maestra… loro scrivevano “non posso, tu sei pericolosa”… è nel loro DNA o si organizzano particolari sessioni di training? Questo non cambia che con una frase smontano tutta la nostra fantasia…


Te lo devo dire. Lo racconto a te che per mesi hai convissuto con LA FRASE, tu che sei quasi riuscita a costruire una storia, tu che sei il mio mito in tante cose... no, a te lo racconto perchè quando ho sentito questa frase mi sei venuta in mente...
Riassumo brevemente:
Lo incontri così per caso dopo molti anni in un'occasione mondana, lo guardi, ti guarda, dove l'ho già visto ? come si chiama ? non ricordo... ma ricordo il suo volto le sue mani il suo respiro ma il nome no, non ricordo, ma lui mi guarda io lo guardo sì ci conosciamo ma dove? quando?? come ?? assolutamente dimenticato, rimosso. Ma lui ora è lì accidenti, ma come si chiama già?? ma poi eccolo arriva si avvicina, mi guarda lo guardo, oddio chi è? eppure quello sguardo… no non è lui!!! si è lui “caspita è cambiato, certo gli anni passano”... ci siamo, eccoci, si avvicina sorride mi guarda... "ciao” mi dice “come stai? quanto tempo...!!!" e io ovviamente sorrido sicura di me "ciao sto bene grazie anche tu vedo"... poi per fortuna siamo in una serata lavorativa e il consueto scambio di bigliettini mi consente finalmente di riappropriarmi del suo nome, leggo il nome si riapre un mondo dimenticato, passato, lontano molto lontano tant'è che non ricordavo davvero il suo nome. Ora io sono serena tranquilla, super fidanzata, appagata in carriera... insomma... ho tutto sono padrona di me, dei miei sentimenti della mia vita. Quindi altera e fiera tiro dritta. Ma rieccoci possibile occasione di business... non vuoi coglierla? un peccato, si perchè poi io sono anche una carrierista, e quindi perchè no... sì, dai rivediamoci così mi spieghi. Ci si rivede, ci si risente una volta si mangia un panino, altra volta un caffè, si discute di lavoro… caspita che grinta sto qui! non pensavo non ricordavo, ma poi cosa è successo?? non ricordo davvero ... ma qualche cosa perchè questa persona mi intriga e non è per oggi ma per ieri per quello che forse è stato.
Ma poi per fortuna eccola la frase che di colpo spazza in un attimo tutte le fantasie e il pensiero "oddio poi come lo gestirò?" sì perchè io ero già oltre avevo già iniziato il film... "tu sei troppo pericolosa !!?" Meglio non vedersi più perchè TU SEI UN PERICOLO PER ME " no, non ce la si può fare! questa frase no non si dice magari la si pensa ma non la si dice, pericolo di cosa? ma che ne sai??? pensavo che le cose pericolose fossero anche le più eccitanti....questa frase deve essere nata per gli uomini!
ok va bene così ....di colpo quel film non mi interessa più ....cambio canale!

mercoledì 21 maggio 2008

Pegni d’amore

…ovvero tecniche di seduzione quasi illecite
di Sunset


Capita spesso che alla cena del venerdì partecipino delle nuove ospiti… magari solo per una sera, così per caso… e così ho deciso di postare una delle confessioni che ne è uscita… perché chapeau alla mia amica, meritava di essere raccontata.
La conversazione inizia con una frase buttata lì per caso… "dovrei fare un salto da Intimissimi, ho 3 completi spaiati…". Una frase lasciata in sospeso, ma che ovviamente ha destato la curiosità di tutte noi… qua si parla di veri e propri pegni d’amore… ma non solo. Stiamo parlando di tecniche di seduzione sottili e affilate, di quelle cose che lasciano il segno, che li lasciano a bocca aperta… lezioni di vita da cui tutte dobbiamo imparare. Vi lascio al racconto.

Pegno d’amore n.1
In attivo non avevamo più di 4 ore passate insieme. Questa era la seconda volta che ci incontravamo. Passiamo una romantica mattinata sul lago, all’aperto tra coccole, effusioni, petting… inutili i commenti sullo stato del mio perizoma. (ehi, qua andiamo veramente sullo spinto). E prima di lascarci per riverderci chissà quando mi chiede un pegno d’amore: “ti prego cosa ti costa” “no sei pazzo! Non posso mica affrontare un viaggio in treno senza il mio filo interdentale! Te lo mando, è una promessa”.
E siccome ogni promessa è un debito…il mio primo pensiero del mattino successivo è come farglielo recapitare. Prendo dalla libreria il primo volume che mi capita (con copertina rigida), scrivo una dedica mozzafiato e ripongo il mio perizoma all’interno del volume, come un segnalibro. Non vi sto neanche a descrivere il mio patema d’animo fino a quando la busta è arrivata a destinazione e soprattutto al rispettivo destinatario… anche perché ovviamente gli ho mandato il tutto in ufficio…

Pegno d’amore n. 2
Scopro che ha una passione sfrenata per i dolci. Visto che ci avvicinavamo alla Pasqua decido di mandargli una splendida scatola ricca di leccornie: cioccolato, piccola pasticceria secca, miele, marmellate, crema gianduia… e tra gli sfiziosi vasetti un piccolo, curatissimo vasetto con tappo dorato, dal contenuto misterioso, di colore nero. Anche in questa occasione non manca la presenza di una mia “epistole”, spiritosa, ambigua, passionale… che anticipa di fare attenzione al contenuto del vasetto nero (con tappo dorato) e soprattutto da non consumare in presenza di altre persone. Riceve il pacco, mi chiama, ha una voce tremante e felice come un bambino dall’emozione alla vista di quel ben di dio e soprattutto del vasetto nero che ha battezzato la sua dolcissima “liquirizia”. Contenuto del vasetto: un altro perizoma.

E siamo a quota due completini spaiati.

Pegno d’amore n. 3
Finalmente, per la seconda volta, riusciamo a passare un’altra bellissima serata insieme, notte compresa, ma prima della cena, nel parcheggio del ristorante gli faccio dono del mio terzo pegno d’amore, che però gli faccio giurare mi deve restituire: un bellissimo perizoma Intimissimi nero, a cui tenevo particolarmente, anche se il pizzo, devo dire fosse particolarmente irritante. Inutile dirvi che non ho più rivisto il mio bellissimo perizoma. E adesso siamo a quota tre completini spaiati.

CSI: Crime Scene Investigation - Gil Grissom:
"Murder, seduction, deceit — the usual."

mercoledì 14 maggio 2008

Magro, depilato e possibilmente un po' gay...

ovvero "come prendere consapevolezza dei proprio bizzarri gusti in fatto di uomini e vivere felici e contente"
di Terako

Suggested soundtrack
Aerosmith "Dude looks like a Lady":
"So never judge a book by it's cover
Or who you're going to love by your lover..."

Siate oneste… avete adorato Gael Garcia Bernal travestito da donna in “La Mala Education”? Avete riguardato allo sfinimento il bacio sotto al balcone di “Brokeback Mountain”? Da bambine eravate pazze di Boy George con le treccine che cantava "Do you really want to hurt me" e il vostro preferito dei Duran era Nick Rhodes? E ogni maledetto venerdì sera a cena con le amiche, ad ogni commento su un tipo che vi piace la risposta arriva puntuale: “Ma dai, è una checca!”?
Ok, sappiate che probabilmente siete affette da checcafilia… ma non siete sole al mondo, giuro, io ne sono la dimostrazione vivente. Non è grave, ma non si guarisce facilmente. Non siete lesbiche represse, non temete, il vostro subconscio non sta cercando di dirvi qualcosa. È solo che vi piacciono le checche, i finocchi, gli uomini giusto un filino effeminati.
Vi piacciono gli uomini che vanno dall'estetista e fanno la pedicure e la pulizia del viso, quelli che passano più tempo di voi davanti all'armadio per decidere cosa mettersi (e alla fine, potete giurarci, il risultato è sempre strabiliante!) e che se per caso hanno sbagliato un abbinamento di colore sono in paranoia per tutta la sera. Vi piacciono quegli uomini che sanno riconoscere a prima vista di quale tessuto sia fatto il vostro cappotto e che riescono nel difficile compito di spendere in profumeria per la crema idratante per il viso più di voi... ovviamente si depilano tutto il "depilabile".
E' normale, tutto sotto controllo, è solo che vivrete la vostra sessualità nella consapevolezza che all'uomo dei vostri sogni in realtà piacciono gli uomini e non voi, quindi probabilmente ripiegherete su un uomo vero ma leggermente effeminato oppure opterete decisamente per un bisex che, scusate se mi permetto, c'ha sempre il suo porco "perchè"!

Will & Grace - Jack Mcfarland
"Il matrimonio eterosessuale è decisamente un problema, voglio dire se Dio avesse creato l'uomo e la donna per stare insieme, li avrebbe dotati entrambi di un pene!"

martedì 13 maggio 2008

L’insostenibile pesantezza della competizione

ovvero "cosa ci troverà lui in quella sciacquetta?"
di Sunset


Suggested soundtrack:
"You Oughta Know" Alanis Morissette
"It was a slap in the face how quickly I was replaced (...) Is she perverted like me, would she go down on you in a theatre"

Eccomi di nuovo qua. Reduce da un periodo lavorativo veramente incasinato.
In questo periodo avevo pensato a molti post…ma quelli possono aspettare. Sì, perché ieri già era lunedì, quindi una giornata difficile, ma se “chi ben comincia è a metà dell’opera”… questa settimana io non devo uscire di casa…
Ieri mattina incontro face-to-face con la fidanzata dell’idiota (per inciso, l’uomo che mi ha fatto perdere la testa)… ovviamente lei non sa niente e ancora si starà chiedendo perché la osservavo così… ma la vera spinta giù dal precipizio è arrivata quando le è squillato il cellulare… ha la stessa suoneria che ha lui… che dolci!
Sapevo che prima o poi l’avrei incontrata ma siccome credevo di essere ormai fuori dal tunnel (sono sempre troppo ottimista!) non ero molto preoccupata.
Lui non è proprio Wentworth Miller ma dal suo comportamento credevo che lei fosse una fighissima, una di quelle per cui non è possibile non perdere la testa….
E invece mi ritrovo davanti una veramente insignificante, un po’ squallida… insomma è stato un vero schiaffo al mio ego. Non è per essere particolarmente presuntuose ma “quella” non è per niente carina…e, non per essere pignola, ma non sa vestirsi… sfoggiava una tremenda giacchetta nera abbinata ad una borsa blu (ok, quest’anno molti stilisti hanno proposto il nero con il blu, ma bisogna anche saperlo portare…); il tutto arricchito da una sciarpina di finta seta viola…mi capite, vero? E dava l’idea di averlo anche studiato, quell’abbinamento!
Noi donne ci attacchiamo a queste cose… lei sarà sicuramente dolcissima, simpaticissima e intelligentissima… come faccio a giudicarla avendola vista 5 minuti? Eppure quei 5 minuti sono riusciti a rovinarmi l’intera giornata, forse la settimana…
Siamo noi che non siamo obiettive quando giudichiamo le nuove fidanzate dei nostri ex o semplicemente loro non sono più in grado di scegliere una fidanzata? E’ vero che siamo state la cosa migliore che potesse capitargli e “la nuova” non potrà mai reggere il confronto con noi o semplicemente ce ne convinciamo? Iniziamo a chiedere a tutti i presenti cosa ne pensano di quella ragazza e se solo uno accenna un “è carina…” sgraniamo gli occhi e siamo pronte ad ucciderlo… ma per fortuna c’è sempre un’amica che ci mette una mano sulla spalla e ci dice che noi siamo molto meglio, che lui è un cretino…
E mi chiedo perché questa competizione inutile? Ci fa veramente stare meglio credere che noi siamo meglio di lei? O ci stiamo semplicemente attaccando a qualsiasi cosa per evitare di cadere nello sconforto più totale?
Sto pensando a qualche regola per uscire indenni da una situazione come questa… l’unica cosa che possiamo fare è sfoderare il migliore dei nostri sorrisi e cercare di mantenere la calma…

Rossella O’Hara – Via col vento
Dopo tutto, domani è un altro giorno

lunedì 12 maggio 2008

Tattoo e altre cose senza ritorno - Parte II

ovvero "mi sono fatta il tatuaggio e sto pensando di farmi il tatuatore"
di Sunset e Terako


lunedì ore 15.00
conversazione su Messanger da due uffici diversi, ai due lati opposti della città...

Terako: Buongiorno. Come va "lo sfregio"?
Sunset: insomma... è un po' rosso
T.: a me fa male, come se avessi preso un pugno
S.: e sono bendata come se avessi subito un trapianto del cuore. credo che dovrei chiamare il tipo per chiedergli se è normale non per altro...solo per sapere se posso passare un attimo a farglielo vedere
T.: certo, ottima idea... bono eh?!
S.: avevi ragione...i l file è molto interessante...
T.: te l'avevo detto, ci vedo lungo in queste cose, il tatuatore c'ha il suo porco perchè...
S.: per fortuna avevamo pensato al reggiseno da indossare...te l'avevo etto io che era una questione da non sottovalutare...
T.: Quando ti ha detto spogliati temevo ti togliessi anche i jeans! A ripensarci ora non avremmo potuto farlo da uno qualsiasi... la nostra scelta è stata perfetta
S.: ancora mi chiedo una cosa...perchè dopo 10 minuti che eravamo lì stavamo parlando di sesso?
T.: ma che ne so, in qualsiasi posto si inizi una conversazione che ci vede coinvolte entrambe, finisce così...
S.: dobbiamo iniziare a preoccuparci?
T.: no, credo si troppo tardi ormai!
S.: cmq vorrei sottolineare che è carino e...s fidanzato...
T.: Vabbè, ti sei fatta il tatuaggio... adesso puoi farti il tatuatore.. hi hi... tu che puoi... certo, ti sembrerà strano, uno sfidanzato, zero casini, una roba semplice semplice... troppo semplice?
S.: sì, in effetti è un po' semplice… ma di sicuro scatterà qualche complicazione... me ne viene in mente subito una...o ci facciamo un altro tattoo o facciamo venire un'infezione a questo
T.: o convinci qualche amica a farsene uno e ti offri di accompagnarla
S.: ci sto provando...
T.: in ogni caso è andata, alla fine siamo tatuate!
S.: non ci posso credere... se penso all'ansia di sabato mattina... tu poi, sempre temeraria...il primo tattoo in un posto dove fa malissimo....
T.: infatti confermo: fa molto più male di una ceretta all'inguine! ero lì sdraiata con questo bonazzo sopra di me, in reggiseno e l'unica cosa che riuscivo a pensare era: "Dio fa che finisca in fretta": bizzarro no?
S.: ti faresti mai fare una ceretta all'inguine da uno così carino?
T.: mi farei fare qualsiasi cosa da uno così...
S.: pensa che amica che sono io... mentre ti tatuava guardavo te e non lui....
T.: grazie! non ti resta che trovare un qualsiasi pretesto per sentirlo... magari una mail... così, giusto per fargli sapere che stiamo bene e che è stato molto gentile
S.: una mail mi sembra il minimo...
T.: sono sicura che non avrai problemi a trovare le parole giuste
S.: ah ah ah... stavo pensando a due righe molto informali...
T.: certo del tipo: "sei stato molto gentile, come posso ricambiare?"
S.: non potrei mai... potrebbe leggere la posta la ragazza che lavora con lui...
T.: ma com'è che siamo riuscite a trasformare anche questa cosa del tatuaggio in un "troieggiamento"?
T.: siamo senza speranza
S.: beh, ti ricordo che abbiamo scelto il tatuatore dopo un'intera giornata di ricerche... forse abbiamo usato fin dall'inizio i parametri sbagliati.... e forse le altre prima di un tattoo non si preoccupano di che tipo di biancheria intima indossare....
T.: beh, immagina metterti in reggiseno in quelle posizioni davanti a un uomo che ti fa un po' ribrezzo! è andata bene così
S.: assolutamente sì... con il primo tatuatore che abbiamo visto mi sarei fatta fare un tatto sulla mano pur di non togliermi la t-shirt
T.: e anche farmi tenere la mano l'avrei trovato fastidioso!
S.: e dire che per tutto questo tempo ti ho presa in giro perchè dicevi che era carino... ti offrirò un cosmo per farmi perdonare... quando ha tirato su le maniche della t-shirt per farci vedere i suoi disegni... beh, veramente un bel guardare
T.: sì sì, promosso al 100%... T.: la caccia è aperta!
S.: guardavo i tattoo sulle sue braccia... e stavo per chiedergli "ma sulla schiena non hai niente?" per fortuna ogni tanto mi trattengo....
T.: mi è parso davvero strano che tu non glielo abbia chiesto
S.: forse andare a scuola dai preti a qualcosa è servito....
T.: certo, come no...
S.: in realtà non avevo ancora ben chiaro se la ragazza che lavora con lui fosse la fidanzata o no....
T.: lei non mi è sembrata molto interessata al soggetto e poi si sa, la regola dell'amico non sbaglia mai! ok, bando alle ciance: la prossima mossa?
S.: direi di non andare oltre una mail verso fine settimana....
T.: ok, approvo
S.: mail o sms?
T.: non lo so, siamo sicure che quel numero di cellulare sia suo personale? sugli sms ti vedo più forte... in entrambi i casi c'è il rischio che non lo legga lui per primo quindi devi trovare un giusto mix di "sono vaga" e "ti lancio l'esca vediamo se abbocchi"
S.: qualcosa mi verrà in mente... certo se fossi sicura che la legge lui sarebbe più facile...
T.: e vabbè, sarebbe troppo facile...
S.: e a noi piacciono le cose un po' complicate....
T.: potremmo essere nominate Onorevoli Ministre della Complicazione!
S.: ti rendi cono che se qualcuno ci chiede se è stato doloroso noi rispondiamo che il tatuatore era carino?
T.: sì, mi rendo conto e vabbè, siamo così, cosa dobbiamo farci?
S.: niente... solo accettarlo...
T.: fatto, l'ho accettato!
S.: fatto, l'ho accettato anch'io! non è stato molto difficile... e adesso penso a cosa scrivergli...
T.: bene, con una più alta consapevolezza di sè è tutto più facile! Vado in bagno a spalmarmi un po' di vaselina e mi rimetto al lavoro...
S.: Ma il tuo tattoo non è coperto?
T.: sì, ho messo la garza perchè il cellophane è davvero difficile da mettere da sola
S.: anch'io... e poi l'ho finito sabato sera... ne ho sprecato un rotolo...
T.: certo che come ti ha incellophanata lui...
S.: mi sarei fatta medicare volentieri

mercoledì 7 maggio 2008

Adrenalina, ego e corna…

ovvero… “ma siamo proprio sicuri che uomini e donne tradiscono per motivi diversi?”
di Terako

Suggested soundtrack:
Sorround Me With Your Love - 3 – 11 Porter
“Hello, I'm so lonely and it feels like disease. Come and stay beside me. Stay always forever, don't go, surround me with your love”

Perchè le donne tradiscono? E perché gli uomini tradiscono?
Stessi motivi o motivi diversi?
No, perché, la mia modesta esperienza mi ha insegnato che a pensar male non si sbaglia mai: sono in pochissimi a resistere alla tentazione. Persino la fidanzata più devota o la moglie più affettuosa può celare una stronza con il vizio di “guardarsi intorno”. Che sia col collega di ufficio, con l’istruttore di tennis o col cliente, pare che prima o poi, in una vita, accada a tutte di metter un bel paio di corna alla propria metà. Cosa poi possa essere classificato tradimento, quella è tutta un’altra storia. C’è chi dice che basta il pensiero (ehhh?), c’è chi dice che basta un bacio e la frittata è fatta e poi c’è il partito di quelli che non hanno tradito perchè “abbiamoscopatosolounavolta”.
Ma siamo serie e soprattutto oneste: si tradisce per lo più per noia e per bisogno di emozioni forti.
E smettiamola anche con sta storia che gli uomini tradiscono per sesso e le donne perché si innamorano. Quando una donna tradisce, il più delle volte lo fa con il fidanzato di qualcuna o il marito di qualcun’altra… la stronza ha sempre una controparte e dubito che l’universo dei fedifraghi sia composto da coppie miste di sceme innamorate e bastardi trombatori.
A mio avviso, almeno tra i 30 e i 40 (più in là non so dire ma magari è lo stesso) si tradisce per bisogno di scariche di adrenalina, per sentirsi ancora attraenti e testare la propria già citata scopabilità. Poi magari le cose degenerano e capita pure che ci si innamori, capita che poi uno molli il marito o li fidanzato perché ha trovato l’anima gemella, ma comincia tutto così, con un’occhiata, un complimeto, un mail o un sms, comincia con l’adulazione, comincia con il proprio ego che prende il volo… Comincia perché è un periodo che chi ti dorme accanto non sa darti (e comunque tu cretina non lo sai chiedere!) quell’emozione. Si tradisce per narcisismo, si tradisce perché quel brivido, quando il tuo corpo l’ha provata una volta, ciclicamente dopo un tot di anni ti torna la voglia di sentirlo.
E non è che una volta non funzionasse così, l’hanno fatto i nostri genitori (meno i miei, ovviamente!) e l’hanno fatto i nostri nonni, ma ai tempi non ci si lasciava, ci si faceva passare la sbornia di adrenalina e si tornava a casa con un bel sorriso in faccia, perché la famiglia è la cosa più importante. Noi non ne siamo più capiaci, siamo il centro del mondo, egoiste anche in questo: siamo su di giri e rivendichiamo il nostro diritto di esserlo.
Le donne tradiscono perché gli uomini sono in grado di dare alle donne qualcosa di cui non possono fare a meno: se vogliono, hanno il potere di farle sentire delle gran fighe e, anche senza ste grandi crisi di coppia in corso, a volte questo è più che sufficiente.
Forse anche per gli uomini è così, anche loro hanno bisogno di riaccendere la miccia di tanto in tanto e forse, nel loro caso, semplicemente c’è di base la loro proverbiale incapacità di dire di no…
In ogni caso la mia conclusione è la seguente: uomini e donne tradiscono per lo stesso, identico motivo. Gli uomini tradiscono perché hanno il pene, le donne tradiscono perché l’uomo ha il pene.

“… era la vertigine. L'ottenebrante, irresistibile desiderio di cadere. La vertigine potremmo anche chiamarla ebbrezza della debolezza. Ci si rende conto della propria debolezza e invece di resisterle, ci si vuole abbandonare a essa. Ci si ubriaca della propria debolezza, si vuole essere ancor più deboli, si vuole cadere in mezzo alla strada, davanti a tutti, si vuole stare in basso, ancora più in basso.”
L’insostenibile leggerezza dell’essere – Milan Kundera

giovedì 24 aprile 2008

Tattoo e altre cose senza ritorno… – Parte I

... ovvero ”Ma sto tatuaggio, non farà mica più male di una ceretta all’inguine?!”
di terako

Suggested soundtrack:
Deeper and Deeper - Dave Gahan
"I'm going down now, deeper and deeper under your skin now, you know that it's right "


Ebbene sì, siamo state ufficialmente contagiate dal “disagio mentale di iniettarsi l’inchiostro con gli aghi”, quello così ben descritto dal grande Elio: arriva il tatuaggetto. Quella di venerdì scorso è stata l’ultima cena del venerdì da “non tatuate”, fra pochi giorni passeremo sotto le (speriamo) esperte mani di colui che ci trasformerà definitivamente in cattive ragazze.
Il processo decisionale che ha portato a questo grande passo è durato così a lungo che nel frattempo avremmo potuto fare almeno 3 figli a testa: è una cosa di cui parliamo ormai da anni e, chissà come mai, adesso proprio adesso abbiamo deciso. Per noi ha un senso farlo adesso, a conclusione di tutta una serie di mesi “particolari” e non è solo un vezzo, entrambe abbiamo attribuito a questa cosa un significato profondo assai, ma resta il fatto che sempre di un tatuaggio si tratta… beh certo, non è che prendiamo la cosa a cuor leggero: l’"indelebilità" della cosa, la scelta del soggetto, il fatto che farà un male porco, tutta una serie di implicazioni mica da ridere. Ma contrariamente al nostro solito abbiamo avuto un approccio decisamente scientifico alla cosa, tutto è stato pianificato nei minimi dettagli. Ad esempio la scelta del tatuatore perfetto, che è durata settimane… ma alla fine l’abbiamo trovato. Nel frattempo ore e ore a guardare Miami Ink, LA Ink, tutti gli Ink possibili e immaginabili nel palinsesto di Discovery Channel. Alla fine l’abbiamo trovato: studio perfetto, condizioni igieniche perfette, stile perfetto, look perfetto (sì c’entra eccome!)... ovviamente abbiamo preteso di essere tatuate insieme, lo stesso giorno, prima una e poi l’altra. I nostri amici tatuati già ridono sotto i baffi perché sapendo quanto siamo “lagne” prospettano scenari apocalittici fatti di svenimenti, fughe dallo studio con il tatuaggio a metà e poi la convalescenza di un trapianto di fegato, coperte da quintali di vaselina, garze, bende, la febbre alta, il delirio.

Mi viene in mente quando a 16 anni, per la prima volta, siamo state da una ginecologa… ovviamente insieme. Sedute, terrorizzate in quella sala d’aspetto, convinte che l’arpia ci avrebbe sottoposte a chissà quale tortura. Ancora non lo immaginavamo, ma anche lì si trattava di qualcosa di definitivo, indelebile, da cui non ci sarebbe mai più stato ritorno: era il nostro passaggio dallo spensierato status di bambine a quello di donne sessualmente attive fertili e fecondabili, forzate del pap test e della contraccezione, vestali della palpazione al seno e future vittime dell’ecografia interna e dell’anamnesi ginecologica, e avanti così fino alla fine dei nostri giorni…
E ancora una volta ci infiliamo in qualcosa da cui non potremo tornare indietro…
A sto punto, tanto vale andare avanti!
Insieme.

Prison Break – Season 1
Tattooist: “Most guys, you know, for the first time, they start with something small, mom, girlfriend’s initials, something like that. Not you. You got a full set of sleeves, all in a couple of months. Takes guys a few years to get the ink you got.”
Michael Scofield: “I don’t have a few years.”

venerdì 18 aprile 2008

I’m not a girl not yet a woman...

... ovvero "sono adulta, non c'è niente da fare e devo smetterla con hello Kitty!"
di Terako

Suggested soundtrack: I
’m not a girl not yet a woman - Britney Spears
“I’m not a girl, dont’ tell me what to believe. Not yet a woman, I’m just trying to find the woman in me, yeah…”

Sono adulta, non c’è santo che tenga, questa è la verità e devo accettarla. Ma il vero problema non è essere sulla via tutta in salita verso i 35, il vero problema è sentirsi ancora come quando andavi in discesa e a tutta birra verso i 25. Quando una donna deve smetterla di sentirsi una ragazzina e cominciare a fare l’adulta? Io vvo fuori dalla mia età, sono completamente scollata dalla mia età anagrafica… è un problema?
Il primo sospetto che vivessi in una realtà parallela in cui il tempo si era fermata, mi ha assalita una domenica. Io e la mia nipotina di 9 anni eravamo sedute in giardino, lei si confidava con me, mi raccontava del suo “fidanzato”. All’improvviso si gira verso di me, mi guarda e mi dice “Hey, oggi siamo vestite uguali!”. Certo, siamo vestite uguali, peccato che tra noi passino esattamente 26 anni! Stessi jeans, stesse sneakers ai piedi. L’unica differenza erano la molletta a forma di stella e i bracciali con i campanellini… ma solo perché lei ha i capelli lunghi e io corti, e lei adora la bigiotteria di plastica e io i diamanti! Son gusti…
Ma la certezza assoluta di essere ancora ferma ai 25 l’ho avuta la settimana scorsa, al super. Ero alla cassa, col mio carrello e dietro di me due tipi sulla ventina (19 in realtà, non di più) con in mano due cartoni di birra e due tubi di Pringles, un classico dell’aperitivo trash. “Volete passare? Prego” “Oh, grazie che gentile. Hai visto, ci sono ancora persone gentili in giro” sorriso, gomitata all’amico, sorriso radioso, occhi socchiusi, testa leggermente inclinata a sinistra. Ma che carino: taglio di capelli da supergiovane, jeans giusto, occhio azzurro, proprio carino... e il classico sguardo del 19enne arrapato nel pieno fiorire della sua sessualità. Pagano, si avviano all’uscita e proprio lì, in quel preciso istante si consuma la tragedia. Si voltano verso di me che nel frattempo sto mettendo sul nastro della cassa una confezione formato famiglia di camomilla… “Arrivederci Signora, grazie ancora”. Signora. Birra batte camomilla 1 a zero!
Altri chiari sintomi del fatto che non ho ancora capito che sono adulta, sintomi che ho osservato e che probabilmente non dovrei sottovalutare:

  • sulla scrivania del mio ufficio ho una penna e una matita di Hello Kitty (mentre le colleghe hanno la Montblanc) e sotto ai jeans indoss una coulotte della già citata gattina giapponese
  • la mia amica alla mia domanda “ti piacciono i miei orecchini nuovi?” mi risponde: “carini, li porta anche mia nipote (anche questa nipote ha circa 10 anni!).
  • anche se vivo fuori casa da almeno 8 anni, mio padre mi chiama per ricordarmi di pagare l’assicurazione dell’auto, che devo cambiare i pneumatici, fare la revisione e controllare l’olio
  • i miei continuano a parlare di me chiamandomi “la cita”, non nel senso di scimmia amica di Tarzan ma nel senso di bambina, in dialetto
  • mi stupisco di non aver più diritto agli sconti under 30 per cinema, musei ecc
  • mi stupisco se il Servizio Sanitario Nazionale mi invia ogni anno ormai da un po’ una lettera per la prevenzione del cancro alla mammella (tiè e aritiè!!!) che si sa, intorno ai 40 la prevenzione non basta mai
  • a tutti i concerti sono la più vecchia
  • il mio ginecologo, il mio dentista, l’avvocato, l’architetto e a volte persino il capo sono innegabilmente più giovani di me ma gli do comunque del lei
Mi sa che devo darmi una mossa a crescere, i 40 potrebbero arrivare da un momento all'altro e potrebbero cogliermi con ancora su le mutandine di hello Kitty.

Beh l'età adulta è assolutamente sopravvalutata... non farti incantare dai tacchi alti, dalla libertà di fare sesso e dal fatto che i tuoi non ti stanno più addosso; essere adulti vuol dire avere delle responsabilità... le responsabilità, sono una gran rottura, davvero” - Meredith Grey, Grey’s Anatomy